In questo articolo proviamo a capire quali sono stati le mosse finanziarie di Banca nazionale e Ministero delle finanze dall’inizio dell’invasione russa e gli impatti che hanno avuto. Cominciamo dalle fondamenta: chi usa e chi accetta la moneta ucraina in tempo di guerra?
Corsa agli sportelli
Alle 4 (ora italiana) del 24 febbraio, sulla tv di stato Putin annuncia la cosiddetta “operazione militare speciale”. Cadono le prime bombe sui cieli ucraini, in particolare sui porti strategici di Odessa e Mariupol.
Lo stesso 24 febbraio, la Banca nazionale ucraina pubblica un comunicato stampa sul funzionamento del sistema bancario e del mercato valutario sotto la legge marziale. Pur garantendo tutti i servizi di pagamento sia elettronici che di prelievo, l’autorità monetaria pone delle restrizioni temporanee:
- sospensione delle operazioni sui mercati valutari, eccetto le vendite da parte delle banche commerciali ucraine, al fine di garantire liquidità
- limite sui prelievi giornalieri di 100mila grivnia (sigla UAH), corrispondenti a circa 3mila euro per i correntisti.
- sospensione dei prelievi in valuta estera
- sospensione di tutte le transazioni verso la Russia.
Come prevedibile, molte persone si recano presso gli sportelli delle banche commerciali per prelevare denaro contante da utilizzare nella situazione di emergenza. Innanzitutto, per acquistare beni di prima necessità e per pagare il trasporto di intere famiglie ai confini con Polonia, Ungheria, Moldavia e Romania. In questo contesto è importante menzionare che la minaccia di blackout tramite cyber-attacchi da parte della Russia costituisce un ulteriore elemento di incertezza per il sistema digitale dei pagamenti.
Quo pago?
In questo modo, molti rifugiati ucraini in Paesi come la Polonia, si ritrovano con le tasche piene di contante inutilizzabile. La grivnia non è accettata né dai commercianti, né in molti casi dai servizi di cambio valuta.
Il giorno 3 marzo nel gruppo Facebook “Expat Ukraine” un utente suggerisce di non recarsi con denaro contante in Polonia – una delle maggiori destinazioni per i rifugiati ucraini – poiché non sarà accettato. L’utente scrive: “Come consiglio, cambiate tutto il vostro contante in Ucraina prima di arrivare in Polonia, nessuno qui accetta di cambiare UAH in PLN (moneta locale) o euro.”
Ci mettiamo nei panni di un rifugiato ucraino arrivato in Polonia con in tasca 33mila grivnia (circa mille euro) e ci chiediamo: sarà in grado di cambiarli in moneta locale?
Il giorno 5 marzo, nel fulcro dell’esodo verso la Polonia di rifugiati ucraini, abbiamo chiamato i negozi di cambio valuta di due delle città polacche che hanno accolto più persone: Przemysl e Varsavia. La prima si trova a soli 20 chilometri dal confine con l’Ucraina e 120 da Leopoli. La seconda, capitale della Polonia, è piena di centri di accoglienza e supporto ai rifugiati ucraini in una grande rete di solidarietà che si è organizzata spontaneamente sui social.
A Przemysl, città di 60 mila abitanti, un servizio di cambio valuta alla domanda se parlassero in inglese ci ha chiuso in faccia il telefono. A un altro negoziante abbiamo chiesto: “Do you exchange grivnia?”. Irrequieto ha risposto: “No no no! No Grivnia! No!”. In un ultimo disperato tentativo, alla domanda se venissero scambiati i Grivnia ucraini è seguito un lungo silenzio interrotto solamente dai nostri “Hello?”.
Varsavia, città di 1 milione e 700mila abitanti offre numerosi servizi di cambio valuta. Abbiamo chiamato quelli più accreditati secondo i motori di ricerca, in particolare alcuni negozi che insieme al cambio valuta offrono servizi di trasferimento denaro di una nota azienda statunitense. Anche qui le cose non sono andate bene.
Riportiamo di seguito una conversazione:
“Buongiorno, parla inglese?”
“Sì”.
“Scambiate grivnia in questo negozio?”
“No”.
“Presso una banca è possibile cambiare grivnia?”
“Forse”.
“Conosce qualche posto qui a Varsavia?”
Silenzio prolungato senza risposta.
Il resoconto di queste chiamate è fatto di lunghi silenzi, risposte evasive e telefoni che squillano all’infinito. Per un ucraino fuggito dalla guerra con del contante da scambiare, riuscire a convertire in moneta locale è un’impresa complicatissima. Così, con malloppi di contante nelle tasche, abbandonati dagli intermediari finanziari europei, molti ucraini si sono affidati alla solidarietà dei cittadini.
Lo stesso non vale per i servizi con carta di debito o credito, che continuerebbero a funzionare efficientemente, secondo quanto riportato sui social da alcuni correntisti. Tuttavia, ci sarebbero alte commissioni per prelievi in valuta locale con carte ucraine, come segnala un utente sempre sui canali degli expat ucraini.
Il commento della Banca Nazionale Ucraina
Abbiamo contattato la Banca nazionale ucraina per segnalare il problema e ottenere chiarimenti su come si stesse affrontando la situazione critica dei rifugiati all’estero.
Questa la domanda che abbiamo posto alla banca centrale: “I maggiori negozi di cambio valuta non sono in grado (o non sono disposti) a scambiare grivnia per moneta locale, state affrontando il problema con gli istituti finanziari europei? Inoltre, se un cittadino ucraino in Europa non è in grado di scambiare grivnia in moneta locale – magari con un saldo scarso sul conto corrente – potrà ricevere supporto dalla Banca nazionale ucraina?”.
Riportiamo la risposta integrale della Banca nazionale ucraina datata 19 marzo:
“La Banca nazionale dell'Ucraina è consapevole del problema con lo scambio di grivnia in contanti per valuta estera. Questo problema è emerso quando gli ucraini che sono fuggiti all'estero hanno cercato di cambiare il loro contante ucraino in valute locali. La NBU sta già lavorando con le banche centrali dell'UE per risolvere questo problema. Vi terremo aggiornati su eventuali accordi, ma questo potrebbe richiedere del tempo.
Oltre a questo, la NBU il 4 marzo 2022 ha permesso alle banche di comprare grivnia in contanti da istituzioni finanziarie straniere per valuta estera digitale. Ma le banche non possono spendere più dell'equivalente di 1 milione di euro al giorno in queste transazioni. Questo ci aiuterà ad affrontare il problema passo dopo passo. È stato portato all'attenzione della NBU che diverse banche al di fuori dell'Ucraina hanno già iniziato a scambiare contanti in grivnia con altre valute attraverso questo meccanismo.
Attualmente consigliamo agli ucraini che stanno per lasciare l'Ucraina di depositare tutte le loro grivne in contanti nei loro conti bancari in Ucraina e di usare in modo sicuro le loro carte di pagamento all'estero, sia per le transazioni senza contanti che per i prelievi di contanti ai bancomat nei paesi ospitanti.
Si noti inoltre che la NBU non ha imposto alcuna restrizione ai pagamenti senza contanti, né all'interno del paese né all'estero.”
È di qualche giorno dopo, il 22 marzo, il comunicato stampa che certifica la possibilità di convertire grivnia in zloty polacco. La Banca Nazionale Ucraina annuncia che in seguito ad un accordo, le banche commerciali polacche accetteranno la moneta ucraina sia come deposito che come cambio valuta. Il limite di cambio valuta per adulto è di 10mila UAH al giorno (314 euro al tasso di cambio del 29 aprile), mentre gli sportelli delle banche commerciali polacche accetteranno banconote dai cento ai mille grivnia. “Per supportare gli ucraini” – dichiara la banca centrale – “siamo pronti ad acquistare 10 miliardi di grivnia in contante dalla Banca Nazionale Polacca”. Del tasso di cambio applicato si dice che sarà il più prossimo a quello ufficiale.
Il 14 aprile, la Banca Nazionale Ucraina apporta delle modifiche significative alla risoluzione numero 18 datata 24 febbraio 2022. Con quella che è la risoluzione numero 71, la Banca Nazionale Ucraina permette alle banche commerciali operanti su territorio nazionale di vendere valuta estera in contanti al pubblico. La banca dichiara: “Questa risoluzione scoraggerà le transazioni illegali in valuta, così i rischi per il popolo ucraino diminuiranno”.
Le banche e gli istituti autorizzati non potranno applicare tassi di cambio che si discostano di più del 10% dal tasso di cambio ufficiale. In questo contesto, per evitare pressioni sul mercato valutario e deflussi incontrollati di capitale dall’Ucraina, sono vietati i rimborsi anticipati di prestiti verso l’estero.
Se, come sosteneva Keynes, l’importanza del denaro deriva dal fatto che è un legame tra presente e futuro, l’inizio della guerra ha per quasi un mese distrutto quel legame. Sia per chi viveva in una casa e oggi la vede sprofondata fra le macerie, sia per chi, dopo ore di viaggio tra diverse insidie, arrivato al sicuro, voleva comprare una Coca Cola o un pacco di biscotti per i figli, ma non ha potuto pagare, perché la sua moneta era carta straccia nel Paese che lo ospitava. Una moneta disprezzata.