Con i pagliacci arrivano i debiti (Mit den Clowns kommen die Schulden). Così titolava il suo articolo il commentatore Jan Fleischhauer del Der Spiegel a pochi giorni dalle elezioni italiane del 2018. Il giornalista scriveva: “Così vanno le cose fra gli italiani, da loro viene data una possibilità anche al buffone”.
E rincarava la dose sostenendo che per colpa di Mario Draghi, allora presidente della BCE, indebitarsi per paesi come l’Italia era diventato molto più facile, accusandolo di una gestione della politica monetaria all’italiana che nuoce al risparmiatore tedesco.
Aggiungeva: “Funziona così, quando hai perso la sovranità sulla tua stessa valuta: sei benvenuto quando c’è da pagare la fattura, le decisioni però le prendono sempre gli altri”.
Andando più indietro nel tempo, nel 2012, il giornalista Jörg Eigendorf scriveva in merito alle politiche monetarie implementate da Mario Draghi: “La BCE assomiglia sempre di più ad un cavallo di Troia. Non rappresenta più la stabilità e la fedeltà ai principi, ma un’Europa in cui il Sud ha l’ultima parola. Il risultato sarà una gigantesca redistribuzione dei costi a carico del Nord”.
Risuonano nei dibattiti televisivi parole come credibilità internazionale, competenza, partner europei. Ma i nostri amici tedeschi non si staranno di certo rallegrando per la ricomparsa nello scenario politico del controverso Mario Draghi, spesso raffigurato dalla stampa nazionale al grande pubblico tedescocome un Robin Hood intento a favorire gli scrocconi italiani.
In buona sintesi, il tanto lodato in terra nostrana, in Germania rappresenta per molti colui che ha trasformato la BCE nel più grande creditore italiano a discapito degli interessi tedeschi e dei Trattati.
Questa scarsa stima nutrita Oltralpe nei confronti del nostro, si è manifestata nella sua acme al termine del mandato del “becchino del risparmiatore tedesco”, come lo definiva Jörg Hubert Meuthen sulla testata The European il 30 gennaio 2020.
Proprio il 31 gennaio Mario Draghi veniva insignito della Croce al Merito, la più alta onorificenza della Repubblica federale, dal presidente Frank-Walter Steinmeier. Il conferimento ha acceso un dibattito tra chi accusava Draghi di aver distrutto i risparmiatori tedeschi e chi invece sosteneva che le recenti politiche monetarie avessero portato un grandissimo risparmio sulla spesa per interessi nelle casse dello stato.
Giusto evidenziare che autori come Thomas Fricke hanno esaltato la figura dell’ex Presidente della BCE, spingendosi a scrivere che i tedeschi dovrebbero ringraziare Mario Draghi per il suo operato.
La percezione dell’opinione pubblica in Germania, come in Italia su colui che potrebbe essere il nostro prossimo Presidente del Consiglio, è molto eterogenea. Lo mostra il dibattito tedesco che mai gli ha risparmiato critiche severe. E’ vero dunque che Mario Draghi è per i palazzi del potere una figura seria e affidabile, ma sarà percepito in maniera positiva anche dai cittadini italiani ed europei?
L’unica certezza per il momento è che Jan Fleischhauer anticipava l’epilogo di quello che in tanti hanno definito come un teatrino all’italiana, e che si sposa benissimo con il titolo che oggi sceglierebbe il commentatore tedesco: con i pagliacci, arriva Draghi.