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Come l'Unione europea sostiene l'Ucraina nella guerra

Il 27 febbraio, in un'intervista a Euronews, la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha dichiarato in merito all’Ucraina: “In effetti loro ci appartengono, sono dei nostri e li vogliamo dentro l’UE”.

Se nel 2013 l’Unione Europea ha perso la finestra utile per l’adesione dell’Ucraina per via del repentino ritiro dell’allora presidente Viktor Yanukovych – il quale accettò 15 miliardi di aiuti dalla Russia e uno sconto del 33% sul gas russo – oggi, nel bel mezzo dell’invasione firmata Vladimir Putin, entrambe le controparti invocano energicamente il cosiddetto “Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione Europea” che permetterebbe a Kyiv di entrare nel mercato unico europeo.

In seguito al ritiro dai negoziati con l’Ue, nel dicembre 2013 scoppiarono le grandi proteste dell’Euromaidan(“Europiazza”) che portarono violenza e morti nelle strade di Kyiv, con la fuga in aereo di Viktor Yanukovych il 22 febbraio 2014. A 8 anni di distanza, il 22 febbraio 2022, giorno palindromo, la storia sta per ripetersi: il 24 la Russia invade.

Alla vigilia dei negoziati tra le delegazioni di Kyiv e Mosca, che hanno preso l’avvio nell’area del fiume Pripyat – al confine tra Ucraina e Bielorussia -, il presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj ha chiesto l'"adesione immediata all’Ue con procedura speciale”.

Vediamo allora come si è espressa in questi mesi e in questi giorni la solidarietà dell'Unione europea verso l’Ucraina.

Pacchetto di sanzioni verso Russia a Bielorussia

  • Con un’inedita mossa, la Commissione Europea il 28 febbraio ha proposto di chiudere lo spazio aereo europeo a tutte le compagnie aeree russe. Lo stesso giorno l’Italia ha chiuso il proprio spazio aereo alla Russia.
  • Messa al bando delle tv di stato russe come Russia Today e Sputnik.
  • Rimozione di diverse banche dal sistema interbancario di pagamenti internazionale SWIFT.
  • Blocco degli asset della Banca Centrale Russa all’estero e delle sue transazioni per impedire di trarre ulteriore liquidità.
  • Blocco di attività finanziarie sui mercati europei per gli oligarchi russi. Questa mossa impedisce da un lato a Putin di continuare a finanziare la guerra, dall'altro, colpendo lo stile di vita dei ricchi oligarchi, potrebbe aprire ad inedite strade di dissidenza verso l'ex funzionario KGB.
  • Contro il presidente bielorusso Lukashenko: nuove misure restrittive ai maggiori settori di esportazione bielorussi (paese estremamente sensibile alle richieste di Putin, tanto che recenti indiscrezioni pubblicate sul Guardian parlano di una possibile entrata delle truppe bielorusse in Ucraina).

Solidarietà economica e militare all’Ucraina

Come dichiarato dalla stessa Commissione Europea, l’Ucraina è considerata “partner prioritario”. Dal 2014 le istituzioni finanziarie europee hanno mobilitato 17 miliardi in finanziamenti per supportare le riforme che permettano di accelerare l’entrata di Kyiv nell’Ue. Dall’inasprimento della crisi con Mosca l’Ue ha riaperto i rubinetti di liquidità:

  • Nuovo pacchetto emergenziale di supporto macro-finanziario (MFA). Un fondo di 1,2 miliardi di finanziamenti a medio-lungo termine.
    Attualmente altri beneficiari dei fondi MFA nell’area geografica europea sono: Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Kosovo, Montenegro, Repubblica di Macedonia del Nord.
    In seguito alla proposta del pacchetto MFA, l’approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo portano la Commissione Europea e le autorità ucraine alla negoziazione di misure politiche strutturali e a un protocollo d’intesa. L’Ue liquida la prima metà (600 milioni) e, in seguito all’implementazione delle misure concordate con altri partner (come il Fondo Monetario Internazionale), viene liquidata la seconda tranche di finanziamenti.
    Un processo apparentemente complicato, non fosse che le controparti hanno già una solida base da cui partire, ovvero l’accordo di Associazione le cui condizionalità pongono all'orizzonte grandi sfide in ambito di riforme all’Ucraina.
  • La Commissione Europea ha promesso ulteriori 120 milioni in finanziamenti a fondo perduto.
  • Tramite il piano economico e di investimento la Commissione Europea stima di arrivare a investire nei prossimi anni circa 6,5 miliardi di euro in Ucraina.
  • Ultima e importante novità è il primo finanziamento europeo per gli armamenti: l’Ue mobiliterà 450 milioni di euro per supportare la resistenza ucraina, fondi mobilitati dal budget “European Peace Facility” con un tetto di 5 miliardi destinati all’aiuto militare.
    Anche l'Italia, con l'ultimo consiglio dei ministri del 28 febbraio ha inserito una norma abilitante che permetterà - in seguito ad una preventiva risoluzione alle camere - di cedere alle autorità governative dell'Ucraina mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari.
    Nella stessa giornata Leonardo S.p.A., multinazionale italiana attiva nel settore della difesa e controllata al 30% dal Ministero dell’economia e delle finanze, ha registrato in borsa un rialzo del 15,11%.

Così, in questo stato di emergenza prolungato, dove la Germania corre al riarmo, l’Italia procura armi e l’Unione europea finanzia l'Ucraina, è bene ricordare l’articolo 11 della Costituzione: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

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Data
1 Marzo 2022
Articolo di
Giorgio Michalopoulos

Giorgio Michalopoulos

TAG
ucraina, unione europea

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Giorgio Michalopoulos

Giorgio Michalopoulos

Giornalista freelance e dottorando in economia alla Università Federale di Minas Gerais - Belo Horizonte, Brasile

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