Cerca

Articolo

Attualità

Se la pandemia fa arricchire i miliardari

Durante la pandemia da coronavirus, che ormai ha mietuto oltre mezzo milione di vittime in tutto il mondo, il disastro sanitario si è accompagnato a quello economico per innumerevoli famiglie, ovviamente anche italiane. Secondo il Corriere della Sera, sono in oltre tre milioni ad aver ricevuto il pagamento della cassa integrazione, mentre quattrocentomila italiani ancora aspettano di riceverlo. 

Ma c’è qualcuno che se l’è passata meglio dei lavoratori, in questo periodo di crisi? Sicuramente sì. Dovremmo ricordarci il messaggio euforico di Urbano Cairo, quasi agli inizi della pandemia in Italia, che esultava per la grande opportunità che la crisi stava offrendo agli affari del suo gruppo editoriale e del resto delle sue proprietà. Ma Cairo non sbagliava affatto ad esultare: nel sistema in cui viviamo, in tempo di crisi i ricchi sono quelli che se la passano meglio, o persino meglio di prima. 

Molti studi hanno confermato che durante la pandemia il famigerato "top 1%" si è arricchito costantemente. Secondo una ricerca dell’Institute for Policy Studies tra il 18 marzo e il 10 aprile, la ricchezza dei miliardari negli Stati Uniti è cresciuta di $282 miliardi, mentre 22 milioni di statunitensi venivano licenziati. Di recente, GoBankingRates ha rilevato che tra i cinquanta uomini più ricchi del pianeta, ce ne sono sette che, tra il 18 marzo e il 4 giugno, hanno aumentato la loro ricchezza di addirittura il 50%.

Qualche esempio più diretto? Secondo Bloomberg, Jeff Bezos, proprietario di Amazon, ha guadagnato dall’inizio dell’anno fino ad oggi 45,7 miliardi di dollari, e stando alle notizie più recenti si sta avviando a diventare il primo bilionario del mondo (e questa parola non esiste neppure nel vocabolario. Si vede che la ricchezza di Bezos cresce più velocemente della lingua italiana). Elon Musk, proprietario di Tesla, mentre costringeva i suoi lavoratori a lavorare durante il lockdown, tra il 18 marzo e il 4 giugno si è arricchito di 13,6 miliardi di dollari. 

È evidente quindi che quelli che una volta si chiamavano padroni, ma che oggi chiamiamo più ossequiosamente "datori di lavoro", vivono in un pianeta completamente diverso rispetto alla loro controparte: i lavoratori. Vi ricordate quando, dopo il terremoto del 2009 in Aquila, due imprenditori furono intercettati a telefono mentre si facevano due risate? Quella fu un’immagine grottesca, ma che rappresenta perfettamente lo sbalzo sociale, economico e persino umano che separa i ricchi da chi le crisi le subisce sulle proprie spalle.

Mai come adesso vediamo un conflitto tra due classi sociali opposte, lontane persino dal punto di vista culturale: un articolo di Jacobin, parlando di Elon Musk, sottolinea che il nome del suo nuovo figlio (per chi non lo sapesse, e non è uno scherzo, si chiama “X Æ A-12”) è meno imbarazzante delle sue idee antidemocratiche. Secondo il miliardario, infatti "le persone “intelligenti” non si stanno riproducendo abbastanza velocemente". E se poi volessimo anche una prova del fatto che la lotta di classe esiste ancora, ma che la stiano vincendo loro, non dobbiamo cercare a lungo: Amazon, che come previsto si è arricchita molto durante la pandemia, da giugno ha tagliato ai suoi dipendenti un bonus salariale di $2 l’ora. 

Certo, la narrazione dominante degli ultimi decenni ha sostenuto a gran forza che un mercato del lavoro deregolamentato fosse migliore, che il privato fosse più smart, che la spesa pubblica fa solo debito e va dunque tagliata, sacrificando in servizi e ammortizzatori sociali nel nome della spending review.

Ma i dati di cui sopra mostrano che un sistema come il nostro corre a due velocità: da una parte quella dei ricchi, che travolgono tutto ciò che li separa dal raggiungimento del profitto; dall’altra il resto della popolazione, la quale regge sulle proprie spalle il costo umano, sociale ed economico dei periodi di tragedia nazionale come quello che stiamo vivendo adesso. Eppure nessuno dovrebbe arricchirsi a scapito di migliaia di vite umane: solo un intervento statale più vigoroso nell’economia e una più serrata regolazione del mercato può sperare di invertire questo barbaro paradigma e ridurre queste assurde disuguaglianze. 

Data
11 Luglio 2020
Articolo di
Davide Amato

Davide Amato

TAG
Coronavirus, ricchi

Iscriviti
alla newsletter!

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy

Davide Amato

Davide Amato

Studente di filosofia all'Università di Catania, nasco ad Agrigento, città di Empedocle e Pirandello. Da buon appassionato di Hegel e Marx, rimango un sincero rompiscatole per tutti i fedeli del…

Commenti

  1. Elon Musk è davvero la persona dell’anno di cui abbiamo bisogno? 23 Dicembre 2021 alle 15.04

    […] esimerci dal considerare nella nostra riflessione l’impronta ecologica della ricchezza degli ultramiliardari. Per rimanere nei limiti dei 1.5° si è stimato che le emissioni annue pro capite di […]

    Rispondi

Rispondi Cancella

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome
Hai inserito un indirizzo email non valido
Inserisci il tuo indirizzo email

Articoli correlati

Attualità

James K. Galbraith - On Multipolarity: Reflections on the history and future of an idea

Read this article also in Italian!

21 Ottobre 2025   |   James K. Galbraith

Analisi

Il multipolarismo: storia e futuro di un'idea

James K. Galbraith racconta la storia per comprendere il futuro di un mondo multipolare

21 Ottobre 2025   |   James K. Galbraith

Dal mondo

In una Francia spaccata, che economia vogliono destra e sinistra?

Le idee dei partiti al tramonto dell'era Macron

29 Luglio 2024   |   Letizia Molinari

Teoria e pensiero economico

L'economia neoclassica nelle università: il dibattito

20 Maggio 2024   |   Redazione Kritica Economica

Teoria e pensiero economico

No room for pluralism

Carving out niches to survive or promoting a paradigm shift?

20 Maggio 2024   |   Steve Keen

Teoria e pensiero economico

Non c'è spazio per il pluralismo

Ritagliarsi nicchie per sopravvivere o promuovere un cambio di paradigma?

20 Maggio 2024   |   Steve Keen

Analisi

Perché l'agro-business ce l'ha con l'Unione europea

L'ira dei trattori contro le regole green. Sullo sfondo lo spettro dell'America Latina

2 Aprile 2024   |   Andrea Taborri

Attualità

La transizione ecologica dell'ex Gkn fra idee e pratica

L'intervento di Dario Salvetti in Sapienza

30 Marzo 2024   |   Dario Salvetti

Dal mondo

Il contropiede del Sud del mondo sulla tassazione internazionale

Cosa cambia con il voto all'Onu

20 Marzo 2024   |   Domenico Viola

Visualizza più articoli

Rimani in contatto.
Iscriviti alla newsletter!

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy

KriticaEconomica
è completamente indipendente
ed autofinanziata.
Sostienici con una donazione.

Codice IBAN: IT18Y0501803200000016759425

Questo sito è stato realizzato con il supporto di YSI - Young Scholars Initiative, una comunità globale di pensatori critici che finanzia iniziative per il pluralismo nell'economia

Kritica Economica è una rivista indipendente creata da un gruppo di universitari, ricercatori e studiosi di varie estrazioni, appassionati di economia e politica economica.

Contatti
info@kriticaeconomica.com

All Content © Kritica Economica 2022
All Rights Reserved
Design Big Sur

Privacy policy

Facebook Twitter Instagram Youtube Telegram-plane Linkedin-in Envelope
Cerca

Kritica economica

  • Chi siamo
  • La redazione
  • Chi scrive per KE
  • La rete di Kritica Economica
  • I nostri eventi
  • Sostieni il progetto
  • Contattaci
  • Chi siamo
  • La redazione
  • Chi scrive per KE
  • La rete di Kritica Economica
  • I nostri eventi
  • Sostieni il progetto
  • Contattaci

Articoli

  • Attualità
  • Analisi
  • Teoria e pensiero economico
  • Cultura e società
  • Storia economica
  • Dal mondo
  • Notizie kritiche
  • Attualità
  • Analisi
  • Teoria e pensiero economico
  • Cultura e società
  • Storia economica
  • Dal mondo
  • Notizie kritiche

Rubriche

  • Letture Kritiche
  • Le interviste di KE
  • Blog
  • Blog esterni
  • Letture Kritiche
  • Le interviste di KE
  • Blog
  • Blog esterni

Guarda tutti gli eventi >

Iscriviti alla newsletter

Registrandoti confermi di accettare la nostra privacy policy

Facebook Twitter Instagram Youtube Telegram-plane Linkedin-in Envelope